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La produzione della seta in Sicilia

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Questo volume si propone di fornire alcune notizie sulla produzione della seta in Sicilia a partire da una località ben specifica: la valle del Fitalia che comprende i paesi di Galati Mamertino; Longi, Frazzanò, Mirto, Rocca di Caprileone, S. Salvatore del Fitalia.

Scendendo un po’ a valle, qua e là sopravvive ancora un albero che fino a qualche secolo fa era quello più ricercato non tanto per i suoi frutti, né tantomeno per il suo legno, ma soprattutto per la sua foglia e per l’uso che se ne faceva: il gelso che nutriva il baco (Bombix Mory) per produrre la seta, la più preziosa tra le stoffe che a partire dal 1400 e fino al 1800 fece la fortuna di principi e baroni che regnarono su queste terre. La produzione della seta servì anche ai contadini e alla gente umile che trasse da questa occupazione un’importante fonte di guadagno che permise di sfamare la propria famiglia o acquisire piccole somme che il padrone pagava per la fronda (foglia del gelso) raccolta.

La produzione della seta servì anche e soprattutto ad una fascia intermedia di persone intraprendenti che erano al servizio dei baroni e dei principi (camperi, gabelloti, esattori, metateri) o che svolgevano il ruolo di mercanti e intermediari per la vendita di uova-baco, bozzoli, seta.

Questo settore poteva portare la Sicilia ad inserirsi nello sviluppo tecnologico che porterà anche il nostro paese a prender parte alla rivoluzione industriale. Anche il processo che porterà all’Unita d’Italia contribuirà ben poco ad integrare l’economia siciliana con le altre regioni del nord facendo sparire anche il ricordo di quelli che furono secoli produttivi per la Sicilia e per tutto il meridione.

 


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Il volume “Produzione della seta in Sicilia: Galati Mamertino e la valle del Fitalia” si propone di fornire alcune notizie sulla produzione della seta in Sicilia a partire da una località ben specifica: la valle del Fitalia che comprende i paesi di Galati Mamertino, Longi, Frazzanò, Mirto. Rocca di Caprileone, S. Salvatore del Fitalia.

La valle è composta da due fiumare: quella del torrente Milè e quella del torrente Paratore che si congiungono in una zona denominata Sciara e continuano fino a riversare le loro acque in prossimità di Rocca di Caprileone. L’insieme di questi paesi oggi conta una popolazione di circa 15/20 mila abitanti. La valle è ricca di prodotti della terra quali ulivi, agrumi, viti, noccioleti, ortaggi vari.

Il suo territorio fa parte del Parco dei Nebrodi, Ente instituito nel 1993. A destra e a sinistra si aprono altre vallate segnate anch’esse da torrenti o meglio fiumare che dalle montagne scendono verso il mar Tirreno. Nelle montagne dei Nebrodi che chiudono in alto la vallata sono presenti diverse varietà di alberi (pini, faggi, abeti, querce…). Scendendo un po’ a valle, qua e là sopravvive ancora un albero che fino a qualche secolo fa era quello più ricercato non tanto per i suoi frutti né tantomeno per il suo legno, ma per la sua foglia e per l’uso che se ne faceva: nutrire il baco (Bombyx Mori) per produrre la seta, la più preziosa tra le stoffe che a partire dal 1400 e fino al 1800 fece la fortuna di principi e baroni che governarono queste terre.

La produzione della seta servì anche ai contadini ed alla gente umile che trasse da questa occupazione una importante fonte di guadagno che permise di sfamare la propria famiglia o acquisire piccole somme che il padrone pagava per la fronda (foglia del gelso) raccolta.


NOTIZIE SULL’AUTORE

Salvatore Sutera

Nato a Galati Mamertino (Me) nel 1950. Laureato in Fisica nel 1975 presso l’Università degli Studi di Milano.
Ha lavorato come tecnico presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Milano. Dal 1977 al 1985 ha insegnato in diversi istituti di Milano e provincia. Dal 1985 al 2010 ha ricoperto numerosi incarichi presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano: conservatore, responsabile dei servizi educativi, dirigente, direttore scientifico.

Segretario di ICOM Italia (International Council of Museums) dal 1994 al 2003, ha partecipato per vari anni al Direttivo di questa associazione.

Dal 2013 nel direttivo di Italia Nostra sezione di Milano e nel Consiglio Regionale Lombardo con la delega all’educazione.

Ha scritto e pubblicato vari libri e articoli su argomenti di museologia.
Ha partecipato e organizzato Convegni nazionali e internazionali.

La divulgazione, la salvaguardia e valorizzazione dei Beni Culturali e Paesaggistici, in particolare di quelli scientifici e tecnologici unitamente ai temi legati alla sostenibilità ambientale costituiscono il suo principale interesse.


 



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