Calatafimi Segesta è il nuovo nome del comune di Calatafimi dal 1998. Il suo territorio, infatti, comprendeva l’area di Segesta, antico insediamento della civiltà degli Elimi (oltre a Erice, Entella, Iaitias).
Dal periodo greco antico fino al periodo medievale sopravvissero tre terre di quell’antica civiltà :
- Calathamet, vicino alle Terme Segestane;
- Calatabarbaro, in cima al monte Barbaro;
- Calatafimi, ai piedi del monte Barbaro.
All’uscita dal medioevo, il vecchio castello collocato sulla collina sopra Calatafimi fu abbandonato e sui suoi resti, nell’VIII secolo, fu costruito il Castello Eufemio (dal latino “Castrum Phimes”).
Sotto gli Arabi (827 d.C. – 1061 d.C.) divenne un grande centro islamico e fu chiamata Qal’at Fîmî, dal nome del castello di Eufemio.
Dal 1420 al 1802 Calatafimi fece parte della Contea di Modica, appartenuta alla famiglia Cabrera, poi agli Enriquez e, infine, ai duchi di Alba.
[La Contea di Modica era il più grande feudo del Regno di Sicilia e comprendeva Modica e gli attuali territori di Chiaramonte Gulfi, Pozzallo, Ragusa, Santa Croce Camerina, Ispica, Scicli e Vittoria, in provincia di Ragusa, oltre a Calatafimi. Fino alla soppressione avvenuta nel 1812. Il titolo di Conte è ancora in vigore e appartiene all’ultimo discendente Carlos Fitz-James Stuart y Martínez de Irujo.]
Calatafimi è famosa per la storica battaglia tra borbonici e garibaldini del 1860 (e per i sospetti di tradimento da parte degli ufficiali dell’esercito borbonico).
La cittadina annota tra i suoi monumenti la semidistrutta chiesa del Carmine, la chiesa Madre e la chiesa del Crocifisso.
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