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Ci sono luoghi in Sicilia dove il mito si intreccia con la storia e dove l’archeologia testimonia la vita di antichi popoli e civiltà.

Sulla sommità del Monte San Giuliano, in splendida posizione panoramica su Trapani, in silenzio tra le nubi, posa la città di Erice.

Erice fu popolata dagli Elimi che vi eressero il tempio dedicato al culto della dea della fecondità e dell’amore.

I successivi dominatori intitolarono il tempio alle loro divinità, così i Fenici vi adorarono Tanit-Astarte, i Greci Afrodite, i Romani la Venere Ericina.

Sulle rovine del tempio sorge ancora oggi il Castello di Venere, fortificato durante la dominazione normanna, adiacente ai giardini del Balio dominati dalle torri medievali.

La città è cinta da mura ciclopiche di impianto elimo (VIII sec. a.C.) ai cui vertici si collocano il Castello Normanno, il Quartiere Spagnolo, il Duomo o Matrice, risalente al 1314. Quest’ultimo conserva le forme gotiche trecentesche di origine, con la torre campanaria e le sue delicate bifore.

Il centro storico presenta un impianto urbanistico tipico medievale con piazzette, strade strette e sinuose nelle quali si affacciano bellissimi cortili fioriti.

Le chiese di Erice

Erice accoglie più di 60 chiese, tra cui quelle di San Martino, San Cataldo, San Giuliano, San Giovanni Battista, dove, ogni estate, riecheggiano le musiche medievali, recuperate alla memoria da artisti di fama internazionale, durante la Settimana di musica medievale e rinascimentale.

Secondo la tradizione, la chiesa di San Giuliano venne edificata dal Gran Conte Ruggero nel 1076 in onore del Santo, intervenuto a dare manforte al suo esercito contro gli Arabi, arroccatisi ad Erice. Ruggero -scrive uno storico ericino- implorò l’aiuto celeste… grato eresse nel 1076 sul luogo del gran prodigio una chiesa a San Giuliano.

La semplice struttura della chiesa appare espressione della cultura locale, sia per la compattezza della muratura che per la caratteristica cupola mammelliforme.

La chiesa divenne, nel corso del tempo, sempre più importante e perciò fu più volte ampliata. Fu riedificata nella forma attuale tra il 1612 e il 1615. Nel 1770 fu affiancato alla chiesa il campanile, con il pittoresco coronamento a pagoda.

L’edificio è stato restaurato negli ultimi anni. L’importanza storica della chiesa è, tra l’altro, data dal fatto che Monte San Giuliano fu il nome tenuto da Erice dal XII sec. sino al 1936.

Merita una visita il Museo Cordici nel cui atrio si trova un’Annunciazione di Antonello Gagini, sito nella Piazza Umberto I.

Erice, sede del Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana”, conserva intatto il fascino di antico borgo medievale animato da botteghe di artigianato tipico; le ceramiche finemente decorate, i tappeti variopinti tessuti a mano, i tradizionali dolci a base di mandorla e frutta candita.

 

 

 


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