IL LIBRO
Uomini terre e città nella Sicilia di Federico III d’Aragona.
700° anniversario della concessione a Castroreale del privilegio di terra demaniale, 1324-2024. Atti del Convegno 19-20 settembre 2024, Auditorium SS. Salvatore, Castroreale (Me).
Il 24 marzo 1324 Federico III d’Aragona, re di Sicilia, elevò il piccolo casale di Gricina, nel Piano di Milazzo, al rango di “terra” demaniale con il nuovo nome di Cristina. La decisione, dettata anche da esigenze strategiche della Guerra del Vespro contro gli Angioini, segnò un momento cruciale per la nascita di quella che oggi è Castroreale. La nuova cittadella fortificata garantiva la guardia della costa tirrenica e dei percorsi interni che collegavano il Valdemone.
L’evento ha dato avvio alle celebrazioni per il 700° anniversario, culminate nel Convegno di studi storici che ha analizzato il privilegio federiciano e il suo contesto.
Chi era Federico III? Alcuni eruditi dell’età moderna preferirono chiamarlo Federico II, per mantenere la coerenza con la successione sveva. Ma fu lo stesso sovrano aragonese ad adottare ufficialmente l’ordinale “III”, a sottolineare la continuità con il suo illustre antenato, l’imperatore svevo Federico II, e a ribadire una precisa scelta di legittimazione politica. È questa l’intitolazione oggi universalmente accettata.
Federico III fu un sovrano dinamico e itinerante, attento alla difesa del regno. Promosse un vasto programma di incastellamento e restauro delle mura, coinvolgendo le principali città e riorganizzando la popolazione in centri fortificati, come Castroreale.
La decisione di fondare Cristina rispondeva anche alla necessità di assicurare un presidio in una zona che, fino a poco prima, era sottoposta a famiglie feudali. È documentato, ad esempio, che il territorio di Gricina appartenesse ai Rosso, nobili di origine normanna legati agli Altavilla, ben attestati a Messina e nel Valdemone.
A cavallo tra XIII e XIV secolo, la Sicilia conobbe una profonda trasformazione demografica e socio-economica. Migrazioni da aree lombarde, contratti agrari innovativi e la crescita della piccola proprietà contadina plasmarono un nuovo ceto urbano emergente: i burgenses. In questo contesto, città come Castroreale e Messina consolidarono la propria identità attraverso la raccolta dei privilegi regali, la redazione di instrumenta publica e un’accresciuta capacità di autodeterminazione amministrativa.
Non va trascurata, infine, la significativa presenza di “stranieri” nel regno aragonese di Sicilia. Molti funzionari e mercanti non erano originari dell’isola: il termine “straniero”, oggi spesso letto in chiave negativa, non aveva allora una connotazione esclusivamente ostile, sebbene certi storici ottocenteschi lo abbiano interpretato in senso “coloniale”. Sotto Federico III, tuttavia, il governo fu complesso ma aperto, e contribuì alla costruzione di una Sicilia multiculturale, crocevia di influenze e poteri.
GLI AUTORI
- Antonino Quattrocchi.
- Francesco Paolo Tocco
- Chiara Sciarroni
- Prof. Ferdinando Maurici
- Dario De Pasquale
- Andrea De Pasquale
- Andrea Italiano







