Sciacca archeologica
I reperti archeologici trovati nel territorio saccense sono innumerevoli. Siamo nel 1955: un gruppo di pescatori saccensi “pesca” fra Capo San Marco e Selinunte, una statua fenicia in rame, il Melqart. Nel 1957 un gruppo di ricercatori appartenente al Club Alpino Italiano esegue una serie di indagini all’interno del cratere di monte Kronio per studiare il fenomeno delle grotte vaporose. In quello stesso periodo la campagna di Tranchina dà alla luce una necropoli. Nel 1964 Salvatore Cantone, Alberto Scaturro e Nino Alessi scoprirono in una grotta del feudo di Grattauli, una serie completa di graffiti. La grotta di Lisaredda, la grotta del Fico, le grotte di San Calogero e la Rocca Nadore sono nomi molto noti in campo archeologico. L’Antiquarium di monte Kronio, raccoglie i reperti rinvenuti nelle grotte di San Calogero: utensili, vasi, suppellettili, statuine testimonianti l’occupazione del sito sin dal neolitico inferiore.
Grazie al recente ritrovamento di alcune tombe del paleolitico superiore, possiamo avere un’idea più precisa delle origini di Sciacca. Probabilmente la città fu fondata dal re sicano Cocalo, a confermare tale ipotesi è lo storico romano Pomponio Mela. Nel 628 a.C. Tucidide indica Sciacca come un grande villaggio greco. Ed è questo villaggio che accoglie, nel 409 a.C., subito dopo la distruzione di Selinunte ad opera di Segesta, i pochi superstiti seluntini. Fu anche roccaforte cartaginese come attesta la presenza di rovine del IV-III secolo a.C. presso Rocca Nadore.
Sotto i Romani Sciacca è uno dei più importanti porti del Mediterraneo. Il monaco eremita San Calogero, che si dice abbia introdotto il cristianesimo in Sicilia, andò a vivere da eremita in una grotta del monte Kronio, vicino Sciacca. La città continuò ad essere un attivissimo centro commerciale anche sotto gli Arabi e i Normanni. La storia tra il XIII e il XIV secolo è legata ai contrasti tra gli Angioini e gli Aragonesi. E’ Guglielmo Peralta a dare un volto nuovo alla città fondando il Castello nuovo, la chiesa e il monastero di Santa Maria dell’Itria. La moglie del Peralta, Eleonora d’Aragona, incarica le maestranze locali della costruzione della chiesa di Santa Margherita. A determinare un grande scompiglio nell’ambito dei giochi patrimoniali fu la politica matrimoniale voluta dal re Martino, il quale, fece di tutto perchè lo zio don Artale Luna si maritasse con Margherita, figlia di don Nicolò Peralta. Per un secolo si susseguirono le rivalità tra la famiglia dei Luna e quella dei Peralta per la supremazia nella città. Ci furono schieramenti da un parte e dall’altra da parte dei maggiorenti saccensi che votarono la città alla rovina, come in tutte le lotte fratricide che la Sicilia ricordi.
Cultura e storia
Sciacca possiede beni architettonici di grande valore e bellezza. Si possono visitare, infatti, costruzioni medievali ben conservate, ma anche palazzi cinque e seicenteschi, nonchè un barocco di notevole fattura. Lo Steripinto, ad esempio, risalente al 1501, è un esemplare architettura che utilizza il bugnato a punta di diamante. Delle cinque porte della città, soltanto tre si sono conservate: Porta San Salvatore di stile rinascimentale, Porta Palermo, eretta nel 1753, di stile barocco e porta San Calogero costruita da re Federico d’Aragona nel 1536.
In piazza di S. Michele troviamo tre chiese monumentali: di San Michele fondata da Guglielmo Peralta nel 1371, di Santa Maria dell’Itria detta Badia Grande e quella di Santa Maria del Giglio risalente al 1300.
Al di fuori della città possiamo visitarte il Castello medievale delle Giummarre, fatto costruire da Guglielmo Peralta nel 1380. Vicine sono le mura del più antico castello saccense, quello dei Peralta. In via Valverde, poi, vi è la chiesa di santa Maria delle Giummarre, fatta erigere da Giulietta la Normanna nell’anno 1100. Alla fine della via osserviamo i magnifici portali barocchi della chiesa di Sant’Agostino. Dalla piazza scendiamo verso il mare e raggiungiamo la terrazza con le palme e le terme. Arrivati al centro, ci troviamo davanti alla villa comunale e al palazzo Tagliavia e, poco lontano, troveremo il Duomo, fondato nel secolo XII da Giulietta la Normanna e ricostruito nella seconda metà del ‘600. Sulla piazza si affaccia il museo Scaglione che raccoglie i reperti e gli oggetti di valore della città di Sciacca. Piazza Scandaliato corrisponde al grande centro storico. Vi troviamo: la chiesa di San Domenico e l’antico collegio dei Gesuiti, sede del Comune e della biblioteca comunale, eretto nel 1613, la chiesa di San Nicolò la Latina, quella del Carmine e quella di Santa Margherita.
Nell’economia saccense gran parte ha anche la produzione ceramica. L’arte della ceramica nella cittadina termale iniziò nel X secolo dopo Cristo quando in Sicilia fu introdotto l’uso della “rota da vasaio”. Uno dei più antichi lavori in ceramica degli artisti maiolicari di Sciacca, raffigurante San Calogero, è collocato in una piccola grotta di monte Kronio, dove l’eremita morì.
Nella seconda metà del ‘600 le officine saccensi entrarono in crisi e lasciarono il posto alla ceramica di Burgio. La ceramica smaltata di Sciacca rinasce con il forno a legna e con il tornio, circa mezzo secolo fa.
Sports & Natura
Sciacca possiede risorse idrotermominerali tra le migliori al mondo. Sorgenti di acqua sulfurea, salsobromojodica, bicarbonato-alcalina, medio-minerale l’hanno resa famosa sin dal tempo dei Greci che la chiamarono Therma, mentre poi i Romani la nominarono Aquae Alabodes e gli Arabi Xacca. L’acqua salsobromojodica viene usata per i bagni e i fanghi. L’acqua medio-minerale si trova a Fontana Calda. L’acqua sulfurea-salso-alcalina cura le malattie respiratorie. L’acqua salsobromojodica, invece, detta dei Mulinelli, cura le malattie dell’apparato osteoarticolare, le vasculopatie periferiche, le affezioni cutanee e le irritazioni relative all’apparato genitale femminile. L’acqua salsojodica, detta santa, viene usata per le malattie dell’apparato digerente. Presso il complesso termale di Sciacca si praticano la fangoterapia, la balneoterapia, la ventilazione polmonare, le nebulizzazioni, l’aerosol, l’hamage, le irrigazioni vaginali, le insufflazioni endotimpatiche e la massoterapia. Le grotte del monte Kronio, con la loro temperatura costante di 38-41° C, permettono di curare artriti, artrosi, postumi traumatici, la diatesi urica, l’obesità e la bronchite cronica.
Vita notturna
L’estate di Sciacca è all’insegna del relax ma anche del sano divertimento con feste e balli, soprattutto nei lidi (vedi San Marco) e nei numerosi locali dove si può consumare uno spuntino accompagnato da una bibita fresca o un insolito drink.
Gastronomia
I piatti a base di pesce costituiscono una buona parte della cucina saccense. Poichè Sciacca vive soprattutto di pesca, è possibile trovare il pescato fresco dalle imbarcazioni dei pescatori appena approdati al porto. Con circa 150 pescherecci è la seconda città siciliana, dopo Mazara del Vallo, con la flotta più ricca e il comparto di lavoratori nel settore più sviluppato. Ma la pesca è anche una grande tradizione che si consacra sin dal 1920 con la “Sagra del mare” che si svolge al porto tra giugno e luglio. Essa consiste nella processione della statua di S. Pietro su un’imbarcazione seguita da tutte le altre imbarcazioni del porto. In quest’occasione, nel porto, in una padella gigantesca vengono fritti centinaia di chili di gamberi offerti ai turisti dalla cooperativa dei pescatori.
Tradizioni: il Carnevale di Sciacca
Il carnevale di Sciacca è una grande festa popolare e una tradizione antica che richiama nella città termale decine e decine di migliaia di visitatori provenienti da tutta la Sicilia e da altre regioni d’Italia. Attivo da quasi un secolo, il carnevale di Sciacca è citato anche dallo storico palermitano Giuseppe Pitrè. Inizialmente il Carnevale era una festa paesana a base di salsiccia e vino in cui i notabili della città si mascheravano da gente povera. La maschera più famosa della festa è “Peppe Nappa”. Il programma odierno prevede otto giorni di follia, in un magico e fantasioso cocktail di suoni, danze, colori, personaggi, maschere e carri allegorici, quasi sempre ispirati a personaggi politici e dello spettacolo, con molti riferimenti a fatti e uomini locali. Inoltre, la partecipazione di gruppi in costume dà vita a un carnevale di grande effetto e divertimento. Per oltre quattro mesi migliaia di giovani sono impegnati nella preparazione di musiche, canzoni e coreografie. L’artigianato locale, i ceramisti, i pittori, gli scultori sono pienamente coinvolti nella costruzione dei carri e nella fabbricazione delle maschere.