Il canto magico delle Sirene
Per i Greci e per i Romani le Sirene equivalgono al “canto magico“. Sono figlie di Acheloo e della musa Calliope. Ciononostante, le Sirene Aglaope (“colei che ha la voce splendida”), Pisinoe (“colei che seduce”), Telsinoe (colei che incanta) non sono proprio le dolci creature che il romanticismo ci ha tramandato. Anzi, sono creature inquietanti e sinistre, con la testa di donna e il corpo di uccello, zampe artigliate, a volte con il volto barbuto. Abitano nell’isola di Antemoessa (a nord della Sicilia), sanno cantare e suonare così bene da incantare chi le ascolta: i marinai, attratti dalla loro voce, fanno naufragio sull’isola dove vengono prontamente divorati dalle stesse. Per questo motivo, le Sirene hanno un buon rapporto con Persefone, la regina degli Inferi.
La sirena Partenope
Partenope era una sirena innamorata di Ulisse. Il condottiero di Itaca usò il famoso stratagemma dell’incatenamento all’albero maestro della propria nave per non rimanere incantato dalla sua melodia. Cosicché riuscì ad ascoltarla senza conseguenze fatali per la sua vita, ma appena Partenope percepì in quel gesto un doloroso rifiuto, si gettò in mare, lasciandosi andare in balìa delle onde. Il suo corpo arrivò sulle coste della Campania, dove gli abitanti del posto le diedero onorata sepoltura. Su quella tomba costruirono la città di Partenope. In tempi successivi, la città fu distrutta e dalle sue ceneri nacque la città nuova, Neapolis, ovvero Napoli, ancora oggi detta città partenopea.
Dear Sirs/Madames
My name is Foteini Tyraski and I am Greek. I am sorry I do not speak Italian and I hope that there is someone who can speak English, over there.
I would like to ask a few questions:
Is it possible for me to use the picture that shows first, when we enter your site, that is “Odysseus and the Sirens”.
Do I need a special permission? Can you give me this permission?
Thank you for your time
and I greet you
with respect
Foteini Tyraski
Hello Foteini,
the painting is a copy of Lèon Belly, Les Sirènes, 1867, oil on canvas, Saint-Omer, Musée de l’hôtel Sandelin. It is not our property.