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Catania, la città dell’elefante

Abitanti circa 380.000, altezza sul livello del mare mt. 7, CAP 95100, pref. telefonico 095, capoluogo di provincia a 209 Km da Palermo e a 50 km da Taormina.
 Aereoporto di Fontanarossa, tel. 095-3440710
* Servizio traghetti auto per Reggio Calabria e Napoli
Città barocca, disposta alle pendici dell’Etna sul mar Ionio, centro industriale, portuale, commerciale e universitario.
Da vedere nei dintorni: Playa Lido (a 3 km), centro balneare con spiaggia; Etna (a 35 km), vulcano attivo creatosi per estrusione dalle acque marine. Oggi ha raggiunto un’altezza di 3550 mt s/m. Servizio di funivie per gli sciatori.

Città fondata dai Calcidesi nel 729 a.C.

Per la sua posizione favorevole agli scambi commerciali e il suo entroterra molto fertile, acquisì un’importanza tale da attrarre poeti, letterati e mecenati. Il porto naturale fu poi sommerso dalla lava.

Nel XV secolo è una delle prime città del territorio italico ad essere dotata di Università.

Nel XVII secolo, in epoca spagnola, attraversa un periodo di decadenza. Per ben due volte (1669 e 1693) fu devastata da calamità naturali. Il piano di ricostruzione fu affidato all’architetto Vaccarini che la dotò di edifici di magnifica fattura.

A Catania ebbe i natali il musicista Vincenzo Bellini.

ITINERARI MONUMENTALI – Da visitare il Teatro greco, rifatto in epoca romana, in pieno centro (piazza Stesicoro), con vicini i resti del Foro romano e le Terme.
Molto ben conservato si presenta il Castello Ursino, edificato da Federico II, oggi sede del Museo Civico (tel. 095-7150535).
Il Duomo di S. Agata, edificato nel 1093 e più volte ricostruito. L’arch. Vaccarini, nel 1730, condusse i lavori per la sistemazione degli elementi originali: il transetto e gli absidi. L’interno ospita monumenti di personaggi famosi, fra i quali V. Bellini.
Il principale parco cittadino è Villa Bellini in piazza Roma, vicino è situato l’Orto Botanico.


Cultura e storia

Gli antichi Romani son passati veramente dappertutto: anche Catania può testimoniarlo. Nel centro storico possiamo trovare un bell’abbinamento: un Teatro Romano e un Odeon. Il teatro, in verità, fu costruito in epoca greca, poi restaurato tra il I e il II secolo d.C., accompagnato da un anfiteatro e alcune terme tutti rigorosamente in pietra lavica.
Per gli amanti del Medioevo, non si può perdere l’appuntamento con il Castello Ursino, fondato da Federico II di Svevia nel XIII secolo e oggi museo civico. Come se non bastasse, Catania, ricostruita dopo il disastroso terremoto del 1693, ha aggiunto anche una veste barocca ai suoi numerosi edifici. A consegnarle questo invidiabile aspetto è stato il progetto dell’architetto Vaccarini, un assetto pensato come una grande ragnatela con ampie vie rettilinee che puntano tutte sulla principale via Etnea, a sua volta percorsa da piazze e giardini. In una di queste piazze, troveremo il Duomo con la famosa Fontana dell’elefante.


Sports & Natura

1.Una possibile tappa si potrebbe percorrere a piedi, indossando delle buone scarpe da trekking o, per i più audaci, in mountain bike, seguendo un percorso avventuroso all’interno dell’antico bosco di castagne di Tarderia, sull’Etna. Qui troverete le colate del 1750 e del 1792 e ricostruiremo la storia geologica e naturalistica del vulcano più attivo d’Europa.
Da qui a Monte Pomiciaro il passo è breve e ammireremo il magnifico spettaolo della Valle del Bove, un belvedere naturale che parla della storia, della forza attrattiva e del potere devastante di questo magnifico vulcano.
2. Secondo percorso: sempre confidando sui nostri fidi piedi o le nostre grosse ruote dentate o, per i più stanchi, su comode jeep, si andrà verso le grotte di scorrimento lavico, in una zona detta “Grotta Cassone”, un antro affascinante e misterioso che solamente i Ciclopi in passato hanno avuto il privilegio di frequentare.. Partiamo sempre attrezzati: qui torce, elmetti e qualche corda, potrebbero essere necessari.

3. Terzo percorso: di corsa verso il Rifugio Sapienza (a quota 2000 m s.l.m.), dove l’ambiente si fa sempre più spettrale, quasi lunare, e il paesaggio verdeggiante si confonde con il nerofumo delle colate più recenti.
Qui osserviamo come la natura si è adattata alle manifestazioni prepotenti dell’Etna e, dopo aver attraversato i sabbioni lavici, potremmo puntare il nostro sguardo sulla varietà dei vegetali che si presentano in questo particolare habitat: fra Astracalus e Saponaria, arriviamo ai Crateri Silvestri, catena di vulcanelli formatasi nell’ormai lontano 1892: da qui l’affaccio sulla città di Catania e il relativo golfo è più che esemplare. Il percorso è di facile approccio e dura solo 40 minuti.

4. Quarto percorso: finalmente troviamo qualcosa da mettere in pancia: presso un’area attrezzata troviamo prodotti tipici siciliani, pronti da essere divorati: si comincia con una varietà di formaggi accompagnati da pane casereccio, si continua con il salame aromatizzato, le olive, i pomodori secchi e le melenzane sott’olio. Tutto rigorosamente irrorato da vino rosso (bianco per chi lo preferisce) dell’Etna.


Vita notturna

Catania è la città siciliana più votata alla vita notturna e allo svago: i posti dove trascorrere delle ore liete con gli amici sono innumerevoli e variano di sfondo. Si va dai luoghi di ritrovo più centrali, come la via Etnea, ideale per lo struscio, al Castello Ursino per mettere sotto i denti delle carni cucinate alla piastra sul momento (specialità: carne di cavallo), a via Plebiscito per un rifornimento più veloce, a via Santa Filomena per una pausa di riflessione gastronomica più lunga e memorabile presso i ristoranti alla moda, a via Penninello per i cocktail e i mercatini artistici, infine a via Montesano per un calice di vino buono da pasteggiare, con ottimi pianobar di sottofondo.
Per chi non dovesse essere ancora contento per queste scelte, basterà raggiungere via Di Sangiuliano, via Vasta e via Pacini con la scalinata Alessi.
Nelle notti estive, giovani e meno giovani si riuniscono appassionatamente in piazza Teatro Massimo, dove si fa musica, si canta e si balla fino al mattino.
Chi preferisce un ambiente più marinaresco e lo sciabordio delle onde del mare, dovrà fare un salto presso la zona costiera, dalla Playa alla Scogliera, e sostare presso i numerosi e divertenti lidi.


Gastronomia

La pasta alla Norma è un piatto a base di pasta (solitamente maccheroni) condita con pomodoro, e con l’aggiunta successiva di melanzane fritte, ricotta salata e basilico.
La Pasta alla Norma è una ricetta originaria di Catania ed è caratterizzata da sapori tipicamente mediterranei. Qualcuno riconduce l’origine del nome a una giovane professoressa di nome Norma, talmente avvenente da essere accostata, per bellezza e gusto, al famoso piatto siciliano.

Le fonti più attendibili attribuiscono la scelta del nome del piatto siciliano al commediografo catanese Nino Martoglio, il quale, ammaliato dal gusto semplice ma vigoroso della pasta catanese, avrebbe esclamato “È una Norma!”, associandola al titolo della celebre opera di Vincenzo Bellini.


Tradizioni

SANT’AGATA – Il suo nome ha origini greche e significa “buona”.

Nacque a Catania verso il 237 d.C., ma la data e approssimativa. Il padre si chiamava Rao, la madre Apolla. Siamo da quasi 250 anni nel Cristianesimo, religione seguita dalle migliori famiglie di quel tempo, come ci informano gli Atti o documenti paleografici, ricavati dalla tradizione, tracciati da persone che desideravano far conoscere gli avvenimenti più importanti del passato.

Essi riferiscono che anche la famiglia di Agata aveva abbracciato la religione cristiana e che Agata era stata educata fin da piccola ai valori del Cristianesimo, in un’epoca storica in cui predominavano la corruzione, le ingiustizie sociali, la schiavitù.

Nelle varie circostanze della vita questa fede l’aiutò a fronteggiare lusinghe e tentazioni dovute, non solo alla sua bellezza e alle sue immense ricchezze terriere, ma anche al suo temperamento espansivo e vivace, che la rendevano subito cara e desiderata.

Pur appartenendo a famiglia patrizia, indossava abiti dimessi e disadorni, rinunciava a gite e a feste tra compagne di studi e compiva opere buone senza farsi notare. Si affidava giorno per giorno a Dio, al quale aveva consacrato la sua vita fin dagli anni dell’adolescenza consapevole.

Ogni crescita spirituale è frutto di riflessione, sacrificio ed altruismo, e Agata aveva posto la sua vita in questa traiettoria di perfezione.

Sull’esempio degli Apostoli, viveva la sua fede con l’amore smisurato dei primi cristiani.


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