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In quegli anni gli artisti messinesi vivevano un periodo di grande splendore: la borghesia urbana consegnava loro una grande quantità di lavori per l’allestimento di palazzi, monumenti, fontane, piazze, uffici. Nei palazzi del marchese Loffredo, siti in via S. Liberale, piazza Duomo e corso Vittorio Emanuele, vi erano raccolti i dipinti di famosi pittori italiani e stranieri dal ‘600 all’800; l’armatore Peirce si faceva decorare la villa di campagna dallo scultore Giuseppe Gangeri; presso il palazzo dei nobili Marullo e quello della famiglia De Pasquale, i principi dell’agrocotto, vi erano notevoli dipinti del pittore paesaggista messinese Placido Di Bella; dello stesso pittore la famiglia del medico chirurgo Giuseppe Pugliatti poteva vantare un Autoritratto e un paesaggio della città di Messina.

Cinquanta maestri di bottega si concentravano nella Via Monasteri (oggi XXIV Maggio), in una zona compresa tra i torrenti Portalegni e Boccetta.

Nel 1877 esistevano, a Messina, ben ventuno rinomate botteghe di scultori e trentuno di pittori. Esse erano la testimonianza dell’intensa attività artistica e culturale negli anni fra il 1870 e il 1900.

Botteghe

Scultori

Specializzazione

Convitto Cappellino

Alessandro Saccà

ornato su marmo e su legno

Convitto Cappellino

Giovanni Scarfì

figure su marmo

Corso Cavour

Antonio Zuccaro

figure su legno

Corso Cavour

Gregorio Zappalà

figure su marmo

Corso Cavour

Michele Gangeri

figure su legno

Corso Vittorio Emanuele

Stellario Salvo

ornato su marmo

Corso Vittorio Emanuele

Vincenzo Buceti

figure su legno

Via Casa Pia

Baldassarre Carbene

ornato su legno

Via Casa Pia

Eutichio Margareti

ornato su legno

Via Concezione

Gaetano Russo

figure su marmo

Via Garibaldi

Francesco Marino

ornato su legno

Via Monasteri

Rosario Schipilliti

ornato su marmo

Via Monasteri

Vincenzo Buceti

ornato su legno

Via Oliveto

Gaspare Barbera

ornato su marmo

Via Peculio Frumentario

Giuseppe Prinzi

figure su marmo

Via Porta Reale Basso

Raffaele D’Emilio

ornato su marmo

Via Porta Reale Basso

Napoli Natoli

ornato su legno

Via Primo Settembre

Vincenzo Ferro

ornato su marmo

Via S. Crispino

Letterio Gangeri

figure su marmo

Via S. Lucia

Rosario Zagari

figure su marmo

Via S. Matteo

Francesco Belardinelli

ornato su marmo

115a PORTICO PARTICOLARE

Botteghe

Ritrattisti e figuristi

Largo Santa Maria La Grazia

Giuseppe Savonà

Monte di Pietà

Giacomo Scuderi

Via Boccetta

Placido Lucà Trombetta

Via Cardines

Stefano La Conie

Via Maddalena

Giacomo Ferro

Via Monasteri, 93

Antonio Caminiti

Via Porto Salvo

Giuseppe De Bartolo

Via S. Leone

Gregorio Panebianco

Via S. Maria La Nuova

Giuseppe Minutoli

Via Teatro Vittorio Emanuele

Giuseppe Celi

Botteghe

Pittori scenografi

Via Pace

Salvatore De Angelis

Via Peculio Frumentario

Pasquale Subba

Botteghe

Pittori di stanze o decoratori

Largo Munizione

Rosario Baia

Piazza Malvagna

Domenico Andeloro

Porta Imperiale

Giuseppe Subba

Salita Università

Francesco Moncata

Salita Università

Santi Ferrara

Strada Garibaldi

Antonino Bambino

Strada Garibaldi

Antonino Lazzaro

Strada Oliveto

Nicolò Occhipinti

Strada Pianellari

Santi Davì

Via Cardines

Giovanni Di Bella

Via degli Amici

Giuseppe Cartella

Via degli Amici

Pasquale Nicotra

Via del Tirone

Francesco Bombaci

Via del Tirone

Stellario Chillè

Via Fossata

Francesco Lombardo

Via Ospedale

Salvatore Rinaldi

Via Portalegni

fratelli De Gregorio

Via Portalegni

Placido Di Bella

Via Santa Pelagia

Agostino De Stefano

Nel 1885 Vincenzo Buceti si trasferiva definitivamente sul Corso Emanuele al n. 135, mentre in Piazza Annunziata n. 11 aveva stabilito la sua sede Natale Bonaviri, decoratore di cristalli e, in via Garibaldi n. 239, Gaetano Pettinato praticava il mestiere di «creatore di statue a stucco».

Abbondavano le scuole, undici in tutto: due di pittura, una diretta da Gregorio Panebianco, in Piazza Casa Pia, e una da Salvatore Mazzarese, in Via Oratorio della Pace; cinque quelle di scultura, una in Strada Casa Pia n. 47 gestita dai fratelli Belardinelli di Francesco, una da Vincenzo Minasi, in Strada Garibaldi n. 229, una di Giovanni Scarfì, in Via dell’Appalto n. 48, altre due gestite da G. Saccà, presso l’Ospizio di Beneficenza Cappellini e in Via Placida n. 36. In Via del Rovere n. 75 era sita la Scuola d’Arti e Mestieri e in Via S. Gregorio la Scuola Comunale di Disegno.

Al convento di S. Francesco d’Assisi s’impartivano lezioni di disegno ornato, geometrico e di figura a cura di Placido Lucà Trombetta. Nella Scuola di disegno della Società Operaia di Via Monasteri n. 159, infine, presieduta sempre dal Lucà Trombetta, insegnavano disegno ornato Camillo Beccalli e Antonio Carnazza. Il padre di Vincenzo Minasi, Antonino, esercitava la professione d’incisore in Via del Rovere; Vincenzo Buceti alternava lavori di intaglio su legno con la scultura su marmo.

Buona parte di questi scultori lavorava nei cantieri del Gran Camposanto di Messina e realizzava le interessanti opere che ancora oggi ammiriamo quale ricordo e testimonianza della città ottocentesca scomparsa.


(1) Tratto dal libro di Dario De Pasquale “Mille volti, un’anima. Dal Gran Camposanto di Messina di oggi all’unità d’Italia, un percorso iconografico alla ricerca dell’identità perduta“, [2010].


Scarica GRATIS in formato eBook il libro di Dario De Pasquale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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